Mareme Cisse: la chef senegalese-agrigentina che spiazza la grande ristorazione italiana

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Conosco Mareme Cisse nel maggio 2019, in occasione della preparazione del Premio Bezzo sulla ristorazione commerciale bandito dall’Associazione Aregai e da PLEF (Planet Life Eonomy Foundation). La città di Agrigento vi partecipa con due ristoranti, insieme

ad altri comuni italiani. La selezione del vincitore si baserà sulla metrica LICET (www.aregai.it/licet), modello dimisurazione e valutazione della sostenibilità applicata all’impresa ristorativa secondo cinque criteri (Legame con il Territorio, Innovazione, Concorrenza e Collaborazione, Ecosostenibilità, Tutela della persona) e secondo l’aderenza ai valori della Dieta Mediterranea.

Il ristorante Ginger People&Food, in cui lavora Mareme, sbaraglia tutti per il suo profondo impegno sociale, che nasce dalla visione di Carmelo Roccaro, agrigentino e presidente della cooperativa Al Kharub  e di Mareme Cisse, senegalese, arrivata poco più di dieci anni fa in Italia con quattro figli per raggiungere il marito, che a sua volta rientrerà in Senegal. Mareme non farà più ritorno alla terra natìa e, tra innumerevoli difficoltà, inizia a darsi da fare per crescere i figli.

Mareme Cisse è un modello meraviglioso di fiducia in sé stessi e negli altri. Da qui inizia il suo riscatto. Così nasce Ginger People&Food ed inizia l’impegno, non solo culinario, di Mareme. La cooperativa si impegna in attività di integrazione dei numerosi profughi che approdano sulle coste ed i corsi di cucina, aperti a tutta la popolazione, diventano un’importante opportunità di integrazione ed inclusività.

Mareme si fa notare, per il suo speciale cous cous senegalese che richiama anche i sapori della Sicilia: vince il campionato del Mondo del Cous Cous a San Vito Lo Capo e trionfa in ‘Cuochi d’Italia’ 2020, trasmissione di TV8 condotta dallo chef stellato Bruno Barbieri, diventando campione del mondo.

 

Quanta Dieta Mediterranea c’è nell’opera di Mareme Cisse? Ben poco importano le sue origini senegalesi. Molto più interessante è il dono alla comunità locale che lei quotidianamente regala grazie al suo impegno nelle attività di integrazione e di inclusione che mette in atto nella sua cucina. Mareme tiene corsi di cucina per italiani e per stranieri, dissemina ricette della sua terra adattandole ai sapori siciliani. Arricchisce sè stessa e gli altri in un continuo scambio di informazioni. Rievoca esattamente quanto è accaduto per secoli nel Mediterraneo, nella sua commistione di persone, oggetti, tradizioni e, soprattutto cibo. Ecco, ancora una volta lo stile di vita autenticamente mediterraneo, quello della condivisione, della collaborazione al fine di generare benessere per tutti, equo e sostenibile, assume dignità al pari della qualità del prodotto, delle materie prime, dell’arte culinaria della chef. Grazie allo chef Bruno Barbieri per aver saputo sottolineare ed apprezzare il cous cous di Mareme anche per i suoi significati intrinseci.

Il Premio Bezzo, avvalorando anche i contenuti della Dieta Mediterranea, ha puntato i riflettori su un modello innovativo della ristorazione, che viene misurata non solo in base alla capacità di ‘fare’ e di ‘esibire’, quanto piuttosto sul vissuto esperienziale che essa porta con sé, sul racconto che la ricetta propone e sul valore che il lavoro genera in termini di arricchimento del territorio. Mareme dimostra come il riscatto e la crescita trovino nel cibo un potente viatico: il nutrimento che manca, quello che si prepara, quello che si condivide, quello che emoziona, quello che nutre. Il cous cous di Mareme, campione del mondo, è il segno tangibile della rinascita nella mescolanza e nella condivisione, che guarda caso, partono proprio da terre considerate ’svantaggiate’ come la Sicilia ed il Senegal. Grazie a Mareme, alfiere di un territorio che combatte per la propria rinascita e per la diffusione del benessere in maniera equa e sostenibile.


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